ECO-DRIVE

“Nessuno ti regala niente”, si dice, e non c’è niente di più reale. Spesso siamo portati a pensare che un turbodiesel di ultima generazione sia la soluzione a tutti i mali: potente, veloce e parco nei consumi, ma spesso la normale gestione di un motore del genere porta a risultati ben distanti dal previsto. La tecnologia permette di ottenere motori puliti e con elevate potenze specifiche, ma non fa miracoli. O ci prova a farli, ma c’è un’insuperabile variante: il piede del guidatore.
Dobbiamo entrare nell’ottica che, a seconda di come pigiamo il piede destro, poniamo una seria ipoteca sul consumo della nostra auto e ci prepariamo a stravolgere completamente i dati dichiarati. Spesso non ci si rende conto che sfruttando continuamente il motore -anche per le sole, banali, partenze ai semafori- dal punto di vista del consumo reale si scende a livelli preoccupanti, tali da azzerare venti anni di progresso. Il perché è presto detto: turbocompressori diffusi, variatori di fase e di alzata delle valvole e iniezioni dirette non possono regalarci l’impossibile, ma sono dispositivi, più o meno sofisticati, che aumentano l’efficienza del nostro motore. In questa sede non entreremo nel merito di queste soluzioni, limitandoci al concetto assiomatico che i cavalli “non spuntano fuori dal nulla”: quando si mettono alla frusta unità con potenze specifiche di 80-100 CV/litro e oltre, come i diesel e i benzina più evoluti del momento, bisogna farlo tenendo presente numerose variabili.
Prendiamo ad esempio il peso: ormai un’auto di classe media difficilmente avrà una massa inferiore a 1400 chili, vale a dire il 40% in più rispetto ad un omologo modello di venti anni fa, e per avere le stesse prestazioni, soprattutto in accelerazione e ripresa, ci vuole un’unità con un’erogazione adeguatamente corposa, con tutto quello che ne deriva. Ma non è solo il peso a fare la differenza, pensiamo alle gomme: una media di oggi usa gomme larghissime, quasi quanto le supercar degli anni ’80, o ancora all’assorbimento dell’elettronica di bordo. Insomma, per muovere il tutto, tra attriti e inerzie varie, è necessaria sempre e comunque una quantità d’energia adeguata alla massa. Risultato: se pretendiamo da un’auto moderna il giusto sprint ai semafori e se pretendiamo di fare sorpassi fulminei con il costante aiuto del turbo, che magari soffia anche in overboost, dobbiamo essere coscienti che ben difficilmente otterremmo quel consumo che ci faceva brillare gli occhi dalla gioia in concessionaria. Esaminando i motori più moderni, con una guida poco accorta, raramente si supereranno i 10 km/l con un turbo benzina da circa 1.5 litri e 150 CV o i 12 con un turbodiesel 2 litri di altrettanta potenza. Da bravi guidatori responsabili, impariamo a tenerne conto e, magari, ad adeguare il nostro stile di guida, come suggeriamo nelle pagine seguenti.

I CONSIGLI

PRIMI PASSI

L’avvicinamento al concetto di Guida Responsabile per alcuni significherà una vera rivoluzione. Per questo, allo scopo di introdurre le vere tecniche di guida, procediamo per gradi ed iniziamo a modificare il nostro approccio all’automobile. Questo perché, nella gestione di un’auto, ci sono sfaccettature la cui influenza sul consumo è chiara, mentre altre per le quali l’associazione non è particolarmente immediata. Andiamo con ordine. Il Motore e la meccanica. Tutto ciò che riguarda motore (e la meccanica in senso lato), lo associamo automaticamente al rendimento e, quindi, al consumo di un’auto. Nonostante tutto, però, per scarsa attenzione trascuriamo qualche particolare, con effetto -quasi- immediato sulle nostre tasche.

1. I tagliandi

È importante effettuare la manutenzione periodica. Questo nelle auto nuove, per non perderne la garanzia, e in quelle più anziane per mantenerle efficienti. I motori moderni hanno intervalli di manutenzione sempre più lunghi e per questo, a volte, ci si dimentica di effettuarli. Dobbiamo ricordare che ci sono componenti come il filtro dell’aria e le candele (in un auto a benzina) che influiscono direttamente sul consumo. È bene quindi non trascurarne mai la manutenzione, così come i cambi d’olio che, soprattutto sui sofisticati turbodiesel moderni, influiscono direttamente sul funzionamento (e sulla durata del propulsore).

2. I pneumatici

Primo consiglio: controllare almeno una volta al mese la pressione delle gomme, a freddo: controllarla dopo aver fatto trecento chilometri in autostrada nel mese di luglio non ha senso. Il valore di pressione deve essere quello stabilito dal costruttore e, inoltre, dobbiamo ricordare che è meglio avere le gomme (poco) più gonfie del previsto che averle sgonfie. Si pensi che le coperture a pressioni inferiori a quelle prescritte, oltre a lavorare male e ad influire direttamente sulla sicurezza attiva (tenuta di strada, lunghezza degli spazi di frenata), causano un aumento di consumo pari a quasi il 10%. Utilizzare i pneumatici invernali solo nei periodi in cui sono effettivamente utili ai fini della sicurezza. A tal proposito, è bene ricordare che l’uso delle gomme invernali è vantaggioso con temperature costantemente inferiori ai 7°C e che variazioni anche minime della temperatura ambientale possono implicare, localmente, variazioni esponenziali della temperatura dell’asfalto. Di conseguenza, utilizzare pneumatici invernali con temperature ambientali anche di poco superiori al previsto significa far lavorare male la gomma condannandola ad un’usura rapidissima, con ripercussioni dirette sulla guidabilità e sul consumo. Due parole, poi, vanno spese sul discorso dimensioni: spesso le auto vengono offerte di serie con gomme larghe e super ribassate. Non c’è nulla di peggio per il consumo. Se si può, è meglio scegliere -al prezzo di una minore caratterizzazione estetica- una copertura meno esasperata che tra l’altro permette, oltre al risparmio di carburante e a vantaggi come la maggior motricità su fondi a scarsa aderenza (neve e acqua), anche costi di gestione inferiori.

3. Modifiche meccaniche

Sottoporre l’auto a modifiche della meccanica, anche se minime, ci espone ad una serie di rischi. A parte i problemi legali che ne derivano, l’uso di componentistica non conforme influisce direttamente sul rendimento generale del veicolo. Inutile, ad esempio, la sostituzione del filtro dell’aria con un modello più permeabile: di per sé non comporta nessun effetto evidente, se non una lieve differenza di sonorità in aspirazione e uno sfasamento dei parametri di lavoro della centralina di gestione del motore. Allo stesso modo, un terminale di scarico non originale, non espressamente progettato per il modello su cui viene installato e, magari, montato senza altri interventi meccanici, può causare addirittura un peggioramento delle prestazioni -e quindi del consumo- a causa della variazione della contropressione dei gas, prevista in sede di progettazione del propulsore: particolare che influisce direttamente sull’erogazione del motore stesso.

4. La gestione dell’Automobile

Nel gestire un’automobile ci sono comportamenti “insospettabili” che hanno immediati effetti sul consumo. Eccone alcuni:

      • Uso di accessori e appendici sulla carrozzeria. Capita che, per comodità, si lascino montati sul tetto portapacchi o placche d’aggancio varie. Tali accessori peggiorano particolarmente l’aerodinamica del mezzo al punto che un banale portapacchi a barre trasversali causa un incremento medio del consumo del 6-7%, con variazioni esponenziali in base alla velocità. È bene quindi smontare portapacchi, portabiciclette o portascì, quando questi non sono effettivamente utili, anche se di tipo verticale montati sul portellone (i flussi aerodinamici non interessano solo il frontale ma l’intera superficie del veicolo). Discorso a parte meritano le cosiddette appendici aerodinamiche. Si tratta, infatti, di armi “a doppio taglio” che, se non sviluppate espressamente per la nostra auto, peggiorano di molto l’aerodinamica. Se su una due volumi è raccomandato un misurato spoiler sopra il lunotto, che deve necessariamente essere del tipo previsto in origine dalla Casa Costruttrice (migliora il profilo della vettura riducendo i vortici in coda), montare un alettone after market sul bagagliaio di una tre volumi, può avere effetti deleteri per il consumo perché potrebbe generare un carico eccessivo o un aumento di flussi aerodinamici indesiderati. Stesso discorso per appendici quali minigonne o spoiler anteriori: se non espressamente studiati in galleria del vento per il modello su cui vanno installati, meglio desistere. Parallelamente sarebbe opportuno non rimuovere le appendici aerodinamiche previste in origine, come eventuali “scivoli” sul pianale o la diffusissima carenatura inferiore del vano motore. Rimuoverli significa peggiorare sensibilmente l’aerodinamica del sottoscocca, aumentando la resistenza all’avanzamento a causa dei vortici che si creerebbero nei pressi della meccanica, dalle superfici irregolari.
      • Uso dei dispositivi elettrici. Le auto moderne vantano una percentuale di dispositivi elettrici/elettronici da far impallidire l’Apollo I. L’energia elettrica per il loro funzionamento è prodotta dall’alternatore che è trascinato dal motore. L’assorbimento di potenza dell’alternatore non è costante, ma è direttamente proporzionale alla quantità di energia richiesta dagli impianti di bordo. Di conseguenza è bene ottimizzare l’uso dell’elettronica, per quel poco che è sotto la diretta gestione del guidatore. Vediamo qualche esempio:
        Le luci. Fermo restando l’obbligo sancito dal Codice della Strada di circolare nelle ore diurne, fuori dai centri abitati, con i fari accesi, è inutile accendere i proiettori su un’auto moderna dotata di luci diurne a LED. Tali dispositivi si accendono automaticamente e vantano un assorbimento di corrente particolarmente ridotto: da sole sono sufficienti a rispettare le normative, senza accendere i normali proiettori, e garantiscono le condizioni di visibilità e sicurezza previste.
        Gli impianti HiFi. Sembrerà strano, ma un impianto hifi di buon livello assorbe una notevole quantità di energia: amplificatori esubwoofer sono degli autentici divoratori di corrente elettrica. La situazione peggiora se l’impianto è integrato magari con il navigatore satellitare o se siamo di fronte ad un sistema multimediale: in questi casi sarebbe bene ottimizzarne l’uso disattivando le funzioni non necessarie.
        Ventilazione e climatizzazione. Che il climatizzatore causi un aumento del consumo medio di circa il 6% è risaputo. Anche se ci sono impianti più sofisticati a portata variabile che vantano assorbimenti più bassi, è sempre bene tenere presente che, se si usa l’auto per brevi tragitti urbani, il climatizzatore causa un eccessivo dispendio energetico. In questo caso, meglio usare la sola ventilazione o abbassare i finestrini. Contrariamente, quando si viaggia costantemente sopra gli 80-100 km/h, e la sola ventilazione è insufficiente a garantire adeguato comfort, è bene chiudere i finestrini e usare il climatizzatore. In questo caso, infatti, i vortici che creano i finestrini aperti causano un peggioramento dell’aerodinamica, tale da far aumentare il consumo in misura superiore rispetto a quanto accadrebbe con il climatizzatore acceso.
      • Uso intelligente della strumentazione. Un ultimo consiglio è quello di imparare ad usare la strumentazione. La maggior parte delle auto in circolazione, utilitarie più recenti comprese, vantano un piccolo computer di bordo inserito nella strumentazione che, tra le altre informazioni, fornisce anche quella del consumo medio e del consumo istantaneo. Ragionando in termini di guida responsabile, nulla è più vantaggioso di guidare con l’indicatore del consumo costantemente in primo piano. Si riescono così ad adottare, quasi inconsciamente, i migliori accorgimenti per percorrere quanti più chilometri al litro. Dopo un breve periodo di assuefazione, guidare con l’indicatore del consumo in primo piano (in luogo magari di informazioni meno utili, come la data o la stazione radio sintonizzata), ed adottare le tecniche adeguate per ridurre il consumo diventerà quasi istintivo.

I “COMANDAMENTI” GREEN DRIVING

1. Evitare le partenze brucianti

La partenza da fermo è una delle fasi in cui si spreca più energia. Se il traffico lo permette, quindi, sarebbe bene effettuare partenze “soft”, dando modo all’auto di vincere gradualmente la forza d’inerzia.

2. Sfruttare l’erogazione del propulsore

Ogni propulsore ha una sua curva d’erogazione caratteristica che deve essere messa in relazione al rapporto peso/potenza e alla rapportatura del cambio. Inutile in un motore a benzina aspirato cambiare marcia a 1300 giri, altrettanto inutile cambiare marcia a 4000 giri/min su un diesel. Viste le variabili in gioco, non esiste una regola precisa se non quella generica di cambiare marcia a circa 1500 giri/min con un motore turbodiesel, tra 1700 e 2000 giri/min con un benzina sovralimentato e a circa 2200 giri/min con un motore a benzina aspirato.

3. Mantenere un’andatura il più possibile fluida

Non “lasciarsi prendere dal panico” è importante nella guida responsabile. Dopo aver effettuato una partenza soft e cambiato le marce a regimi ragionevoli, siamo riusciti a mettere in movimento la nostra auto risparmiando una discreta cifra energetica. Ora che abbiamo vinto la forza d’inerzia, dobbiamo essere in grado di mantenere un’andatura costante (sempre in relazione alle condizioni del traffico e della strada), limitando al minimo indispensabile le variazioni di velocità non necessarie (frenate o accelerazioni inutili): su una statale mantenere una velocità costante di 60-70 km/ora, in quarta o quinta marcia, è più vantaggioso che accelerare fino a 100 e poi dover frenare e scalare alla prima curva.

4. Osservare e anticipare la manovre del traffico

Quando si è immersi nel traffico è bene guardare sempre adeguatamente “avanti”, in modo da sapere in anticipo le manovre della colonna in cui si procede, per regolarsi di conseguenza. Allo stesso modo, se notiamo che a 300 metri il nostro semaforo è verde già da un pó, sarà inutile accelerare e affannarci per raggiungerlo in tempo: quasi certamente non ci riusciremo. A questo punto, meglio rilasciare l’acceleratore e rallentare con molta gradualità. Lo stesso vale per ogni fermata adeguatamente prevedibile.

5. Evitare frenate brusche

Ricordiamoci sempre che i freni vanno “usati” e non “abusati”: il calore che generano è tutta energia sprecata. Approssimandoci ad una curva che richiede un rallentamento, lasciamo per tempo l’acceleratore, scaliamo una o due marce e, solo se necessario, freniamo. Allo stesso modo, è inutile arrivare di slancio nei pressi di un semaforo rosso, per poi dare fondo alle potenzialità dell’ABS. Infine, nelle discese in cui ci occorre regolare la velocità, meglio selezionare una marcia adeguatamente bassa e sfruttare il freno-motore. Ovviamente il tutto vale sempre se compatibile con la sicurezza nostra e degli altri, particolare dal quale non dobbiamo mai prescindere.

6. Limitare le soste a motore acceso

Ricordiamoci sempre che con le auto moderne è inutile far “scaldare il motore” al minimo: meglio partire subito, limitandoci a marciare a regimi medio-bassi. Analogamente sono da limitare il più possibile le soste a motore acceso. Quando siamo in coda -fermi in un ingorgo che non ha soluzione- quando un semaforo rosso particolarmente lungo ci obbliga ad arresti prolungati, oppure, quando siamo “vittime” di un passaggio a livello chiuso, la cosa giusta da fare è una sola: spegnere il motore.